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Scoperti per la prima volta in Mediterraneo i vermi mangia-ossa (Osedax sp.)

Pubblicato da Scubamonitor in Simbiosi · 11/5/2016 17:02:00
Tags: vermianellidibatterisimbionti

Gli scienziati hanno trovato per la prima volta, nel Mar Mediterraneo, una nuova specie di Osedax, un genere di vermi che si cibano di tessuto osseo e che fino ad oggi erano stati osservati solo in acque più fredde e profonde.
Osedax, comunemente conosciuto come verme mangia-ossa, appartiene a un gruppo di anellidi (vermi marini) che rappresentano un importante esempio di adattamento evolutivo ad habitat specializzati: le ossa dei vertebrati che finiscono sul fondo del mare. Il fatto di aver trovato Osedax per la prima volta in Mediteraneo, prova che questi organismi possono vivere anche a latitudini temperate, in acque relativamete poco profonde, anche se normalmente sono correlati ad acque più profonde.
La temperatura dell’acqua dove Osedax veniva solitamente trovato, era bassa, tra -1 e 15°C, mentre in Mediterraneo, a bassa profondità, la temperatura oscilla fra 11,8 e 22,2°C. La rapida decomposizione dei lipidi, in ossa trovate in acque più calde, potrebbe spiegare l’assenza di Osedax in Mediterraneo a profondità inferiori ai 50 metri.
Quando la carcassa di un vertebrato raggiunge il fondo nel Mediterraneo, e rimane a basse profondità, sono i batteri a vita libera a degradare le ossa e a decomporre il materiale organico. A maggiore profondità il numero di batteri si riduce a causa delle basse temperature dell’acqua, ma troviamo anche Osedax che, insieme ai suoi batteri endosimbionti, si ciba del materiale organico trattenuto nelle ossa, aiutando quindi a decomporlo.
Fino ad ora erano state descritte sei specie di Osedax. Questi vermi mangia-ossa, descritti per la prima volta undici anni fa, hanno caratteristiche particolari. I maschi sono microscopici (dell’ordine di 100-500 micron) e vivono all’interno di tubi costruiti dalle femmine, dove esse hanno solo una funzione riproduttiva. Le femmine, al tempo stesso, vivono in simbiosi con batteri che permettono loro di degradare la materia organica trattenuta nelle ossa. Essi non hanno bocche o tratti digestivi, per tale motivo si cibano direttamente dei batteri. Così, questi piccoli organismi, dalle dimensioni di pochi millimetri ad alcuni centimetri, facilitano il ritorno della materia organica immagazzinata nelle ossa, nell’ecosistema. In linea di massima, parte del corpo delle femmine rimane al di fuori delle ossa e comprende tronco e testa, alla quale sono attaccati i palpi (le appendicci tattilo-sensitive collegate alla bocca); essi hanno generalmente un colore rosastro per la presenza di vasi sanguigni. I palpi agiscono come branchie ed è qui dove avviene lo scambio dei gas. Le radici, dove sono immagazzinati i batteri simbionti, sono localizzate dentro le ossa.

Journal Reference:
Taboada, S.; Riesgo, A.; Bas, M.; Arnedo, M. A.; Cristobo, J.; Rouse, G. W., y Àvila, C. Bone-eating worms spread: Insights into shallow-water Osedax (Annelida, Siboglinidae) from antarctic, subantarctic, and mediterranean waters. PLOS ONE, 2016 DOI:10.1371/journal.pone.140341
Credit: Image courtesy of Universidad de Barcelona





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