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Il caldo sta indebolendo sempre di più i coralli che ancora sopravvivono al più grave evento di bleaching nella GBR australiana

Pubblicato da Scubamonitor in Scogliere coralline · 25/8/2016 15:43:00
Tags: coralbleachingsbiancamentocorallicambiamenticlimatici

Molti dei coralli interessati dal bleaching massivo causato dalle alte temperature, che ancora sopravvivono nel nord della GBR australiana, sono i più gravi mai osservati.
Sono state indagate le condizioni dei coralli ancora in vita come parte di una estesa indagine di questo fenomeno, ad oggi il peggior evento di bleaching mai registrato, che ha interessato il 93% dei coralli della GBR. Mentre le regioni centrali e del sud hanno subito un danno minore, circa la metà dei coralli della regione del nord sono morti.
Normalmente, quando il bleaching uccide i coralli, si tratta di una morte lenta, che progredisce costantemente quando le temperature rimangono elevate.
I coralli di solito si basano su un meccanismo che li aiuta a combattere e contrastare il danno ma questa volta, in alcuni reefs, sembra che essi siano morti molto rapidamente.
I coralli dipendono dalle alghe che vivono nei loro tessuti. Queste alghe, chiamate zooxantelle, utilizzano la luce per produrre zuccheri e nutrienti che vengono trasferiti al corallo ospite. È questa energia che permette ai coralli di crescere e costruire il reef. La partnership fra i coralli e le microscopiche alghe che vivono nei loro tessuti, si interrompe quando le temperature sono troppo elevate, causando lo sbiancamento dei coralli. Perché i coralli si riprendano è necessario che i tessuti rimangano integri mentre le zooxantelle restanti lentamente ripopolano i tessuti.
I coralli in salute possiedono fra uno e due milioni di zooxantelle per centimetro quadrato. Durante gli ultimi eventi di bleaching questi numeri sono scesi a 200.000 cellule per centimetro quadrato. Ora gli scienziati hanno trovato che alcuni coralli non hanno più zooxantelle affatto nei loro tessuti. Essi hanno scoperto che i coralli severamente sbiancati avevano una media di 4.000 alghe x cm2, una quantità 500 volte inferiore a quella riportata per i coralli sopravvissuti a precedenti eventi di bleaching. Questa profonda perdita delle alghe significa che molti dei coralli che sono sbiancati hanno scarse possibilità di recupero perchè non hanno più zooxantelle rimaste per ripopolare i tessuti del corallo.
Per alcuni coralli della parte nord della GBR australiana ancora vivi, più del 50% delle cellule dei loro tesuti sono morte. In alcune regioni i coralli erano talmente danneggiati che gli studiosi sono stati incapaci di studiare i tessuti perché questi erano in decomposizione.
Tragicammente il danno è stato maggiore nelle regioni del nord, le più remote e, fino ad ora, le più integre.
Considerata l’estensione della mortalità, il danno osservato, e i singoli coralli è ora fondamentale comprendere i processi di recupero dei coralli sbiancati. Anche se essi riacquisteranno il loro colore, gli scienziati ritengono che manifesteranno altri sintomi a lungo termine, inclusa una crescita ridotta e una minore fertilità.

Caption: Healthy (left) and bleached (right) colonies of the same coral species (Pocillopora meandrina). Credit: Aurélie Moya





Catturato per la prima volta il peculiare comportamento di un corallo durante il bleaching

Pubblicato da Scubamonitor in Simbiosi · 14/8/2016 17:16:00
Tags: riscaldamentoglobalecoralbleachingsbiancamentodeicoralli
Un team di ricercatori dell’Università del Queensland, in Australia, ha utilizzato una ingegnosa combinazione di un microscopio, una videocamera digitale e uno smart-tab per registrare, a distanza ravvicinata, un dettagliato video in time-lapse della reazione fisica di una specie di corallo allo stress da calore, ottenendo per la prima volta la prova che esso reagisce con rigonfiamenti ad impulsi.
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