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Filmato, per la prima volta, nel suo ambiente naturale, il dragone rubino.

Pubblicato da Scubamonitor in Ricerca · 15/1/2017 13:28:00
Tags: dragonefogliarossocavallucciomarinoPhyllopteryxdewysea

Nella speranza riuscire ad osservare la terza specie di dragone, recentemente scoperta, i ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography, presso l'Università della California di San Diego, e il Western Australian Museum hanno effettuato una spedizione scientifica, al largo delle coste dell'Australia occidentale, alla ricerca in natura del dragone foglia rubino (Phyllopteryx dewysea).
Dopo diversi giorni di ricerca, tramite un mini ROV operante a oltre 50 metri di profondità, i ricercatori hanno ottenuto quello che cercavano, il primo avvistamento in assoluto di questo pesce vicino al Western Australia Recherche Arcipelago. Essi hanno filmato due dragoni rubini per quasi 30 minuti, scoprendo nuovi dettagli sulla loro anatomia, habitat e comportamento.
Questa recente scoperta del pesce, in natura, ha confermato che al dragone foglia rubino mancano le appendici simili a foglie, una caratteristica che gli scienziati avevano a lungo considerato distintiva di tutti i dragoni sulla base delle due specie note: la specie comune e a foglia. Entrambe le specie usano le loro appendici, simili a foglie, come camuffamento fra le alghe e le rigogliose praterie di kelp, dove preferiscono vivere.
L'anno scorso, biologi marini dello Scripps Oceanography e del Western Museum australiano avevano descritto una specie di dragone, in precedenza sconosciuta, attraverso esemplari conservati, erroneamente identificati come comuni dragoni -uno dei quali era stato raccolto quasi cento anni fa.
Utilizzando campioni conservati, i ricercatori sono stati in grado di assemblare un modello 3-D della nuova specie di dragone utilizzando una tomografia computerizzata a scansione. Questo è il momento in cui è apparsa la mancanza delle appendici elaborate, comuni a tutti gli altri dragoni.
Per determinare se il pesce era veramente privo di appendici, o se i campioni del museo le avevano perse prima o durante il processo di raccolta, i ricercatori avevano bisogno di osservarli in natura.
La prima sorpresa, osservando il dragone, fu la mancanza di appendici caratterizzate dalle belle foglie mimetiche. La seconda sorpresa è arrivata quando si è osservato che il dragone rubino, a differenza di altre specie di dragone, aveva una coda prensile, simile a quella dei cavallucci marini e dei pesci ago, loro parenti. 
Secondo i ricercatori il dragone rubino può utilizzare la sua coda arrotolata per reggersi sugli oggetti nelle acque a corrente elevata  in cui si trovano.
Durante gli avvistamenti i ricercatori hanno inoltre osservato che i dragoni si alimentano colpendo le prede con la coda, un comportamento comune alla specie. 
Le osservazioni della specie in natura, hanno confermato la colorazione rosso rubino del pesce e che il loro habitat è privo di kelp e alghe, mentre è dominato da spugne, una volta considerate un habitat indesiderabile per i dragoni.
I ricercatori ritengono che il dragone rubino abbia perso le sue appendici attraverso l'evoluzione, e che il colore rosso sia un camuffamento nelle acque più profonde, scarsamente illuminate, dove vive. 
Conoscere se si siano evoluti con una coda arricciata, in modo indipendente dai loro antenati pesci ago, o semplicemente se l’abbiano conservata, mentre gli altri dragoni l’abbiano persa, richiederà ulteriori studi.
Nella speranza di salvaguardare la nuova specie da una pesca eccessiva, il team di ricerca raccomanda che il dragone rubino debba essere protetto, il più presto possibile.






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