trolli - Scubamonitor Blog - Scubamonitor

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Primo avvistamento nell'emisfero settentrionale della chimera azzurra dal naso a punta

Pubblicato da Scubamonitor in Squali · 24/12/2016 15:27:00
Tags: chimeraHydrolagustrolli


Il mare profondo è il più grande habitat contiguo sulla terra, esso copre due terzi della superficie terrestre, a una profondità media di oltre 3,5 chilometri. Poiché la maggior parte delle acque profonde dell'oceano sono collegate fra loro, molte specie di animali che qui vivono coprono enormi spazi geografici. Ad esempio, un pesce di mari profondi, precedentemente identificato nel sud del Pacifico, è stato recentemente trovato intorno alle isole Hawaii e al largo della costa della California centrale.
Gli scienziati chiamano questo singolare pesce Hydrolagus trolli, ma il suo nome comune è chimera azzurra dal naso appuntito e vive in acque profonde dell'Australia, Nuova Zelanda e Nuova Caledonia. Fino a questo studio non era mai stato ufficialmente identificato in nessuna parte dell'emisfero settentrionale.
Le Chimere sono pesci non comuni. Come gli squali, i loro corpi non sono irrigiditi da ossa, ma da piastre e pezzetti di cartilagine simili a ossa. Come la chimera della mitologia greca, che aveva una testa di capra, coda di serpente e una testa di leone, le chimere hanno un aspetto piuttosto strano. Anche i nomi comuni per questo gruppo –squali fantasma, pesci coniglio e pesci ratto- suonano come creature che si possono vedere ad Halloween. Tuttavia, le chimere sono relativamente comuni e diffuse nei mari profondi, con 38 specie conosciute in tutto il mondo.
Nel 2009, i ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) hanno collaborato con gli scienziati della California Academy of Sciences e Moss Landing Marine Laboratories (MLML) per identificare una nuova specie di squalo fantasma nel Golfo della California. Alcuni di questi stessi ricercatori avevano già visto squali fantasma durante immersioni con veicoli comandati a distanza (ROV) al largo della California centrale. Essi non sapevano con certezza di quali specie si trattasse ma sapevano che il pesce non sembrava nessuna delle due specie di squali fantasma precedentemente identificati al largo della costa della California.
Nel loro studio, i ricercatori fanno riferimento al pesce come Hydrolagus cf. Trolli. Le lettere cf. indicano che i ricercatori ritengono che le caratteristiche fisiche del pesce visto da vicino corrispondono alla descrizione ufficiale della specie Hydrolagus Trolli. La loro ipotesi alternativa è che il pesce nei video di MBARI sia una specie di squalo fantasma completamente nuova.
I ricercatori sottolineano di non essere in grado di identificare con certezza lo squalo fantasma nel video realizzato con il ROV senza effettivamente catturarne uno e riportarlo in superficie. Cosa molto più facile a dirsi che a farsi, perché questi pesci sono in genere troppo grandi, veloci e agili per essere catturati da un ROV. Se e quando i ricercatori potranno mettere le mani su uno di questi pesci, solo allora saranno in grado di effettuare misurazioni dettagliate delle sue pinne, di altre parti del corpo e di eseguire analisi del DNA sui tessuti. Ciò consentirebbe loro di rimuovere il cf. dalla attuale descrizione della specie, o assegnare completamente il pesce a una nuova specie.
Squali fantasma dall’aspetto simile, ma non ancora identificati, sono anche stati visti al largo delle coste del Sud America e Sud Africa, oltre che nell'Oceano Indiano. Se questi animali risulteranno essere le stesse specie, come gli squali fantasma recentemente identificati al largo della California, sarà un'ulteriore prova che, come molti animali di mari profondi, anche la Chimera azzurra dal naso a punta può realmente spostarsi da un oceano all’altro.

Original journal article: Reichert, A. N., Lundsten, L., & EBERT, D. A. (2016). First North Pacific records of the pointy nosed blue chimaera, Hydrolagus cf. trolli (Chondrichthyes: Chimaeriformes: Chimaeridae). Marine Biodiversity Records, 1–5. http://doi.org/10.1186/s41200-016-0095-5




Torna ai contenuti | Torna al menu