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“Coralli Zombi” potrebbero significare la fine per i coralli in tutto il mondo

Pubblicato da Scubamonitor in Scogliere coralline · 23/6/2016 09:34:00
Tags: cremesolaririproduzioneossibenzone


Da tempo è noto che le barriere coralline, in tutto il mondo, stanno morendo e che, nel peggiore dei casi, dipendono dai coralli di grandi dimensioni e apparentemente in salute per il ripopolamento.
Ma un nuovo studio, presentato al 13th International Coral Reef Symposium di Honolulu, mostra che colonie di coralli apparentemente in salute sono in realtà “Coralli Zombi”, con nessuna capacità riproduttiva, il che li rende inutili per qualsiasi sforzo di recupero.
I ricercatori hanno analizzato campioni di 327 colonie di coralli al largo della Florida per determinare la capacità riproduttiva del corallo a corna d’alce (Acropora palmata), una specie minacciata.
In alcune zone i coralli erano privi di uova e spermi. Lo studio suggerisce che senza capacità di propagarsi i coralli di quest’area alla fine saranno destinati a estinguersi – come zombi, che in sostanza sono morti che camminano.
In pratica i luoghi con turismo più elevato avevano i danni più gravi.
Recentemente uno studio aveva mostrato che l’ossibenzone, un comune composto usato nelle creme solari per proteggere dai raggi UV, era presente a concentrazioni elevate nelle acque attorno ai reef più frequentati nelle Hawaii e ai Caraibi. Il composto chimico non solo uccide i coralli, esso causa danni al DNA nei coralli adulti e deformazioni negli stadi larvali, rendendo improbabile un loro corretto sviluppo. Le concentrazioni più elevate di ossibenzone sono state trovate nelle zone più frequentate dai turisti.
L’ossibenzone provoca anche sbiancamento dei coralli che è la prima causa di mortalità dei coralli ovunque.
La ridotta capacità riproduttiva dei coralli caraibici era già stata identificata come un fattore critico in grado di impedire il loro recupero. La notizia che anche i coralli, apparentemente sani, possono essere incapaci di riprodursi e che le sostanze chimiche collegate al loro declino si trovano comunemente ad alte concentrazioni costituisce un problema doppio.
Secondo i ricercatori è indispensabile agire immediatamente, attraverso comportamenti semplici come non usare sostanze chimiche che danneggiano i coralli.
Le barriere coralline sono gli ecosistemi marini più produttivi al mondo, esse sostengono la pesca commerciale, ricreativa e il turismo. Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che la bellezza sott'acqua che vediamo oggi rimanga anche per le generazioni a venire.

Materiali adattati da: http://today.ucf.edu/73033-2/
Photocredit: Marco Boncompagni




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