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L'importanza delle dimensioni nelle Aree Marine Protette

Pubblicato da Scubamonitor in Scogliere coralline · 15/2/2017 12:49:00
Tags: Acanthasterplanciiareemarineprotettestellacoronadispine


Nelle Aree Marine protette istituite per facilitare il recupero dei reef corallini a fare la differenza sembra che siano le dimensioni.
In uno studio, che può sembrare un nuovo allarme per i coralli in via di estinzione, i ricercatori hanno scoperto che le piccole aree marine protette basate sulle comunità possono essere particolarmente vulnerabili ai devastanti attacchi della stella corona di spine (Acanthaster plancii). 
I risultati, pubblicati sulla rivista PLoS ONE, non diminuiscono l'importanza delle aree protette, ma evidenziano una nuova minaccia che potrebbe emergere dalle zone degradate che spesso circondano ecosistemi sani.
Le aree marine protette istituite nelle isole Fiji stanno avendo un effetto notevole. I coralli e i pesci sono in ripresa. Ma una volta che queste aree marine protette hanno successo, attirano le stelle marine che possono rendere le zone delle piccole aree marine protette vittime del loro stesso successo.
 Secondo i ricercatori le piccole aree marine protette di successo sono come oasi nel deserto che possono attirare le stelle di mare da aree degradate in aree più incontaminate. Uno dei potenziali vantaggi delle aree marine protette doveva essere la protezione contro questi focolai, ma non sembra essere il caso nelle aree studiate.
Nelle isole Fiji,  in altre aree del Pacifico tropicale, molti villaggi hanno istituito aree marine protette in cui non è consentita la pesca.
 Le stelle corona di spine sono predatori naturali che attaccano i coralli scalando la scogliera ed estroflettendo lo stomaco per digerire il corallo. Grandi popolazioni di stelle marine possono rapidamente degradare le barriere, consumando coralli sani e causando un enorme declino dei coralli nell’arco di qualche settimana.
Per determinare l'entità del problema e capire veramente se le stelle marine preferiscono le aree marine protette, i ricercatori hanno studiato le scogliere all'interno e nelle zone immediatamente circostanti di aree marine protette nelle isole Figi. In primo luogo, hanno condotto un sondaggio per determinare la densità di popolazione dei predatori sia nelle barriere protette sia nelle scogliere soggette ad attività di pesca al di fuori dei loro confini.
Nelle aree protette il numero di stelle marine superava di 3,4 volte quello nelle zone di pesca, e le loro densità erano abbastanza alte da essere considerate vere esplosioni della stella.
Successivamente, sono state taggate 40 stelle di mare, 20 poste in una gabbia sul lato orientale e 20 ai confini occidentali di ogni area protetta, per due giorni prima di rilasciarle. Ogni stella di mare è stata tracciata, registrando se erano entrate in aree protette o a libera pesca, e di quanto si erano spostate in ciascuna. Quasi tre quarti delle stelle marine sono entrate nelle aree marine protette, invece che nelle zone di pesca.
I ricercatori pensano che ci sia qualcosa che le attrae all’interno delle aree protette. Esse percepiscono qualcosa, ma non necessariamente sanno di cosa si tratta. La ricerca non ha valutato indizi chimici che potrebbero attrarre le stelle di mare, anche se altri studi hanno suggerito che le stelle possono sentire l’odore dei coralli.
L’ipotesi è che le barriere coralline degradate possano proteggere i giovanili delle stelle di mare, che spesso di giorno si nascondono fino a quando raggiungono una certa dimensione. Le stelle marine adulte hanno spine velenose per proteggersi dai pesci o altri potenziali nemici. Una volta raggiunta una certa dimensione, possono muoversi in aree con maggiore densità di corallo.
Anche se le piccole dimensioni delle aree protette delle Fiji - una media di meno di un chilometro quadrato - possono costituire un aspetto negativo per la protezione contro le stelle di mare, esse potrebbero essere positive negli sforzi per il controllo del parassita. Le squadre di residenti locali potrebbero catturare i predatori raccolti periodicamente per mantenere le popolazioni a densità più basse.
Le stelle corona di spine possono nascondersi nel reef, ma le loro abitudini alimentari di solito le rendono visibili. Una volta che si ha a che fare con loro abbastanza, non c'è bisogno di vederle per sapere dove si trovano. È possibile seguire le cicatrici che lasciano sul corallo. Dove finisce la cicatrice, sai che troverai una stella nelle vicinanze.
Le scogliere coralline si trovano oggi ad affrontare molti nuovi fattori di stress. In passato potevano essere in grado di tollerare attacchi della stella corona di spine che ora sono troppo per loro. 
I ricercatori concludono che i loro risultati non negano il valore delle aree protette, ma sollevano una questione di preoccupazione per le persone che le gestiscono. 

Cody S. Clements, Mark E. Hay, “Size matters: Predator Outbreaks Threaten Foundation Species in Small Marine Protected Areas,” (PLOS One, 2017). http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0171569
PhotoCredit: Cody Clements, Georgia Tech




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Tags: pescifarfallaareemarineprotettePapahānaumokuākea
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Tags: cambiamenticlimaticiareeprotettegestioneconservazione
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