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Soft Coral Farming

 
 
 
TUMBAK

Originale esperienza di trapianto di coralli molli nel Nord-Sulawesi Indonesia

INTRODUZIONE
Il possesso di acquari marini, specialmente dei cosiddetti “Reef-tanks” che contengono coralli vivi, rappresenta un settore in rapida crescita nel mercato degli acquari.
La maggior parte dei coralli molli che si trovano negli acquari marini sono selvatici. In conseguenza del loro alto valore a volte si è arrivati ad uno sfruttamento spietato. Questo fatto ha portato ad una tendenza a legiferare per proteggere i reef corallini in tutto il mondo incoraggiando un uso sostenibile di tali risorse.
Scopo della presente esperienza è quello di sperimentare una tecnologia semplice e sostenibile per la coltivazione di talee di coralli molli da destinare al mercato degli acquari.

 
 
 
 
Biologia
Molti coralli molli sono particolarmente adatti all’acquacoltura poichè derivano gran parte della loro alimentazione dalla relazione con milioni di alghe fotosintetiche chiamate zooxantelle (Symbiodinium microadriaticum) che vivono all’interno del loro corpo.
Il beneficio diretto di questa relazione simbiotica per i coltivatori di coralli è che i coralli molli possono crescere per tutto il loro ciclo vitale con acqua di mare pulita e luce del sole come unica sorgente di energia.

Fattori favorevoli alla coltivazione dei coralli molli.
1) I coralli molli si trovano in svariati colori e forme il che li rende una aggiunta attraente ad un acquario marino. Inoltre possiedono l’abilità di cambiare costantemente forma attraverso espansioni o deflazioni del corpo e retrazione o estensione dei polipi. Questo porta ad aspetti dinamici dei reef-tanks corallini.
2) I coralli molli più comunemente coltivati sono fotosintetici e non è necessario dargli da mangiare.
3) La robustezza mostrata da molte specie aumenta il loro potenziale di essere coltivati per la loro abilità di sopravvivere fronteggiando lo stress durante il trapianto e la spedizione.
4) La principale forma di riproduzione è la clonazione.
5) I tempi di guarigione sono relativamente rapidi e i tassi di crescita elevati.
6) Alto valore per unità di peso il che rende la spedizione costo-efficace anche da aree remote.
7) Solo pochi generi dell’Ordine Alcyonacei sono elencati nella convenzione CITES.
8) La coltivazione non richiede una occupazione a tempo pieno. Una volta tagliati i frammenti e trapiantati con successo essi richiedono poche cure.
9) L’investimento di capitali per l’avvio di una coltivazione di coralli molli è relativamente basso.

Coralli molli comunemente coltivati
I coralli molli in generale sono notoriamente difficili da identificare, richiedendo un processo che include l’esame microscopico della forma delle spicole.
Pur sembrando identici a volte possono appartenere a specie, generi e persino famiglie diverse. Altre volte coralli apparentemente diversi possono essere forme della stessa specie dal momento che essi possono variare grandemente in seguito a fattori ambientali.
Ordine: Alcyonacea - Sottordine: Stolonifera - Famiglia: Clavulariidae (waving hand or glove corals)
Clavularia: Genere spesso confuso con Xenia, grande polipo piumoso da una matrice stolonifera. Fotosintetico.
Ordine: Alcyonacea - Sottordine: Alcyoniina - Famiglia: Alcyoniidae (leather corals)
Alcionidae Questa famiglia contiene i generi Sarcophyton, Lobophytum, Sinularia, Alcyonium e Cladiella che sono alcune delle specie più robuste e quindi più frequentemente coltivate fra i coralli molli.
Essi sono anche i primi animali a ricolonizzare aree di reef affette da inquinamento o traumi. Inoltre esibiscono un comportamento opportunista, spesso abitano zone marginali dei reef.
Esse sono caratterizzate generalmente da un soffice vistoso derma liscio dal quale emerge il polipo.

Sarcophyton (Mushroom corals): Questi sono i più duri ed i più facili da coltivare. Possiedono zooxantelle.
Lobophytum (finger coral and Devil’s hand): Le colonie tendono ad essere incrostanti con molte varietà lobate, a forma di dita, e occasionalmente con aggiunte cespugliose. Certe specie possono essere confuse con Sarcophyton.
Sinularia: Insieme a Sarcophyton, Sinularia ha una colonna quasi senza polipi che si differenzia in un’area che porta i polipi. Comunque Sinularia ha un’apparenza più arborescente e cespugliosa. Può essere confusa con Cladiella, Lobophytum. Sono zooxantellate e quindi relativamente facili da tenere in acquario.
Cladiella: Cladiella, Alcyonium e certe Sinularia spesso sembrano così simili e il loro costante cambio di morfologia in differenti ambienti le rende molto difficili da identificare attraverso le caratteristiche esterne.
Xenia (waving hand coral):
Ordine: Alcyonacea - Sottordine: Alcyoniina - Famiglia: Xeniidae (waving hand corals)
Sono caratterizzati da polipi grandi non retrattili spesso pulsanti.
Tutte le specie tropicali sono fotosintetiche.
Nephthya:
Ordine: Alcyonacea - Sottordine: Alcyoniina - Famiglia: Nephtheidae
Nephthya e Lithophyton sono molto simili e spesso chiamati coralli albero.


Il problema della gestione delle risorse costiere.
In molte comunità costiere del Nord-Sulawesi una delle attività più praticate è l’utilizzo di metodi di pesca distruttivi che prevedono l’uso di bombe o veleno che determinando distruzione dei mangrovieti e dei reef corallini oltre a un degrado di specie minacciate come tartarughe, dugonghi, giants clam ecc.

 
 
 
 
Coltivazione delle alghe a Tumbak
Lo sviluppo di mezzi di sostentamento alternativi è diventato una politica popolare per elevare lo stato socio-economico della piccola pesca e ridurre la pressione da sovrasfruttamento di pesca.
In tutto il mondo le alghe sono raccolte sia come fonte di cibo che come merce d’esportazione per la produzione di agar e carragenina.
Euchema è stata ed è tuttora uno dei maggiori componenti dell’esportazione di alghe dall’Indonesia
Un originale metodo di coltivazione usa linee di coltivazione galleggianti ancorate al fondo in cui le alghe vengono legate a gusci di noci di cocco.
E’ questo il metodo primario utilizzato nel villaggio di Tumbak nell’area costiera del Maluku nel Nord-Sulawesi, Indonesia.
L’impatto ambientale di questa coltivazione è minimo ed in alcuni casi può essere utile per l’incremento di pesci erbivori e molluschi..
La coltivazione di alghe era stata introdotta a Tumbak negli anni ’80 con periodi alterni di funzionalità, attualmente risulta sospesa.
Nell’area non ci sono diritti di possesso nella coltivazione delle alghe. L’accesso è aperto ed i primi a dichiararla hanno i diritti. Il capo del villaggio media i conflitti.
Tale attività è praticata da tutti i componenti del villaggio sia adulti maschi che femmine e bambini.Le donne e i bambini sono coinvolti nell’asciugatura delle alghe e nella preparazione di nuove linee e propaguli per ulteriori raccolti.
Le donne sono state osservate lavorare con i mariti a tendere le linee e raccogliere le alghe.
Tale attività sembra che abbia ridotto solo parzialmente l’attività di pesca.

 
 
 
 
Esperienza di trapianto dei coralli molli.
Basandosi sulla esperienza acquisita con la coltivazione delle alghe si è pensato di sfruttare tale tecnica sostituendo la coltivazione delle alghe (attualmente sospesa) con il trapianto di coralli molli in gusci di noci di cocco appesi alle linee galleggianti già disponibili all’interno della baia antistante il villaggio di Tumbak.
All’interno della baia è presente un’alta concentrazione di coralli molli della famiglia Alcionidae.
Questa famiglia contiene i generi Sarcophyton, Lobophytum, Sinularia, Alcyonium e Cladiella che sono alcune delle specie più robuste e quindi più frequentemente coltivate fra i coralli molli.
Il fondale della baia ha una profondità relativamente bassa, adatta al prelievo anche in assenza di apparecchiature subacquee.
E’ quindi sufficiente la semplice immersione in apnea, una tecnica facilmente applicabile dagli uomini del villaggio.
Si è quindi proceduto alla raccolta dei generi suddetti insegnando ai locali le modalità di procedura sia relative al taglio che al trapianto dei coralli sui gusci di noci di cocco.
A questo proposito elenchiamo alcune delle tecniche adottate per i rispettivi coralli.

Per la rimozione sono stati usati sia un lama affilata che un paio di forbici.

Clavularia: I frammenti sono stati staccati dallo stolone, nell’arco di una–due settimane avrebbero dovuto attaccarsi ai gusci e ricominciare a crescere.
A causa della loro natura a diffondere rapidamente, gli stoloniferi sono eccellenti candidati per le tecniche di reclutamento in maricoltura.

Sarcophyton: La colonia è stata manipolata dolcemente prima della frammentazione per assicurare che i polipi fossero retratti e il corpo stabile.

Lobophytum: I Lobophytum sono stati frammentati sia rimuovendo solo i lobi (dita) del genitore o tagliando un’area contenente uno o più lobi.
Dopo il taglio i coralli necessitano di una fase di guarigione di 1-2 settimane.
La fine del processo di guarigione sarà indicata quando l’area tagliata comincerà a produrre nuove cellule di attacco che sembrano come tessuti soffici ecarnosi bianchi.

Sinularia: Sinularia è stata frammentata sia rimuovendo i rami che i lobi del genitore.
Sono colonie a lenta crescita (12-18 mesi).

Xenia: Xenia risulta molto sensibile ad una eccessiva manipolazione è quindi importante minimizzare tale impatto. E’ consigliato trapiantare colonie piccole che sembrano sopportare tale stress meglio di quelle grandi.

Nephtheidae: Le tecniche di raccolta dei Nephtheidae (Nephthya, Lithophyton) sono essenzialmente le stesse di quelli di specie ramificate o arborescenti come Sinularia.


A distanza di 10 gg è stata effettuata la prima verifica relativa alle condizioni dei coralli sottoposti a trapianto.
Circa la metà di un centinaio di talee trapiantate hanno mostrato di essere ancora vitali, l’altra metà era andata perduta staccata dai gusci probabilmente dalle forti correnti.
Si è quindi tentato un nuovo esperimento per tenere in questa prima fase i coralli al riparo dalle correnti o altre possibili fonti di stress legati alla sospensione.
I coralli sono stati quindi deposti in aree limitate all’interno di un piccolo recinto (circa 10 m) costruito con delle reti.
In effetti al successivo controllo (10 gg) i coralli si presentavano tutti nelle stesse condizioni in cui erano stati deposti.
Si è deciso quindi di procedere nel modo seguente: al primo prelievo i coralli vengono legati ai gusci delle noci di cocco e deposti all’interno del recinto sul fondo o tenuti sospesi legati a delle cime sempre all’interno del recinto.
Dopo un periodo necessario alle talee per la guarigione e il superamento dello stress del trapianto i coralli verranno spostati nelle linee galleggianti fino ad attecchimento.

 
 
 
 
 
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