Mimetismo - Scubamonitor

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Mimetismo

 
 
 
 
Mimetismo generico (camouflage) e difesa (pigmea sea horse)
 
 
Il mimetismo è un particolare esempio di adattamento all'ambiente; si tratta di una strategia che prede e predatori hanno evoluto per incrementare le loro possibilità di catturare prede o sfuggire ad eventuali predatori. E' questo uno dei principali meccanismi che consentono di mantenere il delicato equilibrio esistente in natura.
In natura esiste un sistema per massimizzare l’utilizzo di tutti gli ambienti in modo tale che le varie nicchie ecologiche possano essere occupate senza che vi siano sovrapposizioni insostenibili. All’interno dello stesso ambiente possono convivere diverse specie che competono l’una con l’altra ma ognuna può esistere in “armonia” con le altre purché un equilibrio sia raggiunto. Il mimetismo che sia difensivo o aggressivo insieme alla simbiosi è un esempio della capacità della natura di raggiungere allo stesso tempo efficienza ed equilibrio.
Ci sono vari tipi di mimetismo; il più noto è il mimetismo criptico, mimetismo batesiano (dal nome del naturalista inglese Henry Walter Bates, che per primo lo descrisse, osservandolo in Amazzonia), esso è caratterizzato dal fatto che alcuni animali ne imitano altri che presentano difese antipredatorie molto efficaci o sono disgustosi. Un predatore che si sia imbattuto in una specie pericolosa, difficilmente dimenticherà la brutta esperienza e si terrà alla larga da tutto ciò che somigli alla cattiva esperienza a cui è andato incontro. Un esempio di mimetismo batesiano consiste nell'imitazione di specie nocive o non appetibili (ad es. oloturia giovanile e specie tossiche del genere PhyllidiaMyrichthys colubrinus,è un pesce appartenente all’ordine degli anguilliformi, esso imita il serpente marino a bande, Laticauda colubrina, una specie estremamente tossica che presenta colorazioni di avvertimento a bande bianche e nere ben evidenti. 
 
 
I pesci rana invece sfruttano un tipo di “mimetismo aggressivo”. Questa specie, allo scopo da attrarre le sue prede, presenta dei filamenti carnosi sopra le labbra che utilizza come esca simulando i movimenti di un piccolo organismo.
Un altro “mimetismo aggressivo” è quello di Ocyurus chrysurus, una specie che si può riconoscere facilmente per la presenza di una caratteristica banda gialla che attraversa il corpo dalla punta del muso fino al peduncolo caudale.. Questa specie imita il mullide, Mulloidichthys martinicus, che vaga nei fondali in banchi di pesci non predatori, in questo modo Ocyurus può avvicinarsi alle piccole prede aumentando le possibilità di catturarle. 
 
 
Uno dei mimetismi più interessanti è quello del polpo imitatore Thaumoctopus mimicus. Questo singolare cefalopode assume la forma di vari animali raggrinzendosi o allungando le sue braccia per imitare qualsiasi cosa dalle razze ai pesci leone o persino i serpenti marini. E’ questo un caso in cui il mimetismo potrebbe essere considerato sia un mezzo di difesa che di predazione.

Il mimetismo mulleriano (in onore dello zoologo Muller che per primo, nel 1878, ne ipotizzò la spiegazione) è caratterizzato dal fatto che generalmente le specie non commestibili presentano livree dai colori accesi e vistosi.
 
 
In questo caso le specie nocive assumono forme convergenti in modo da avvantaggiarsi reciprocamente. I criteri necessari sono diversi. La somiglianza non deve essere necessariamente stretta. Nel mimetismo mulleriano modello e mimo sono simili ma il predatore può scegliere su più individui.
 
 
Questi sono tutti esempi di animali che imitano altri animali.
Quando invece un organismo imita il proprio ambiente come ad esempio i pesci scorpione nascosti fra i detriti del fondo, o i cavallucci marini, appesi a qualche pianta o alga, si parla allora di camouflage.
L’autocamuffamento è utilizzato da diversi animali come ad esempio alcune specie di ricci di mare, che ricoprono attivamente il proprio corpo attaccando agli aculei alcuni pezzetti di alga. In questo modo il riccio somiglierà, nella forma e nell’odore, ad un ciuffo di quelle alghe passando così inosservato ai predatori. 
 
 
Un atteggiamento simile è adottato da alcuni granchi (es. Camposcia retusa) che sono dei veri maestri del camouflage, essi si rivestono di alghe e numerosi altri materiali e possono essere riconosciuti solo attraverso gli occhi che si protendono da queste decorazioni. Un tipo di mimetismo molto comune nell’ambiente marino è la contrombreggiatura. Di norma i pesci presentano la parte dorsale del loro corpo scura e quella ventrale chiara, ciò permette loro di non essere individuati da un potenziale predatore che si trovi al di sopra o al di sotto di essi. Infatti il profilo scuro per chi li osserva dall’alto si confonde con lo scuro del fondale mentre osservandoli dal basso verso l’alto è facile scambiare il chiarore del ventre con la luminosità in superficie.
 
 
 
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